UN APPROFONDIMENTO DAL MANUALE DI PSICHIATRIA (IL PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE, 2014)

A cura di Paolo Firardi, Alexia Kounkopoulos, Giovanni Manfredi, Isabella Pacchiarotti, Gabriele Sani.

Indice

  1. Definizione
  2. Clinica dei disturbi bipolari: diagnosi trasversale
  3. Classificazione dei disturbi bipolari: diagnosi longitudinale
  4. Il ciclo maniaco-depressivo
  5. I temperamenti affettivi
  6. Diagnosi differenziale
  7. Comorbilità
  8. Approccio terapeutico

Definizione

Il disturbo bipolare comprende una serie di sindromi la cui caratteristica principale è rappresentata da cambiamenti del tono dell’umore in senso patologico.

I meccanismi fisiologici sono alterati, i cambiamenti dell’umore diventano patologici e dunque problematici a causa di alcune caratteristiche che li distinguono dalle normali oscillazioni: sono non prevedibili; incontrollabili; prolungati; estremi; eccessivi; accompagnati da altri cambiamenti associati; sconvolgono il modo di vivere.
Il disturbo bipolare è una malattia caratterizzata dal susseguirsi, regolare o irregolare, di episodi di depressione maggiore, di episodi ipomaniacali o maniacali, di episodi di stato misto, di intervalli liberi. • Il disturbo bipolare è un disturbo ciclico, i cui episodi, anche dopo la completa risoluzione, tendono a ripresentarsi nel tempo.

Il disturbo bipolare è un rilevante problema di sanità pubblica e si colloca al quinto posto in termini di disabilità autoriferita.

Scheda di approfondimento 1. Note storiche [Scarica il PDF: 22 Kb]

Clinica dei disturbi bipolari: diagnosi trasversale

Il disturbo bipolare di tipo I è caratterizzato da episodi di depressione maggiore e mania. Gli stati misti consistono nella compresenza di sintomi depressivi e maniacali. Il disturbo bipolare di tipo II è caratterizzato da episodi di depressione maggiore e da “alti” meno intensi denominati ipomania; la ciclotimia è caratterizzata da uno stato dell’umore instabile, con alti e bassi di intensità inferiore a quella del disturbo bipolare I e II. Nei casi più gravi di mania e depressione, il soggetto può perdere il contatto con la realtà e sviluppare sintomi psicotici, quali allucinazioni e deliri. Il contenuto dei deliri è di solito influenzato dallo stato dell’umore dell’individuo.

  • Mania: elevazione del tono dell’umore. La durata dell’episodio maniacale varia da alcuni giorni a 4-6 mesi e raramente si cronicizza. La risoluzione dell’episodio avviene di solito in maniera rapida con ritorno allo stato eutimico e, nella maggioranza dei pazienti, manca una coscienza di malattia.
  • Depressione: presenta solitamente alterazioni più comportamentali che cognitive. L’età di esordio del disturbo nei depressi bipolari è più precoce e l’incidenza di episodi depressivi post- partum è maggiore.
  • Ipomania: l’episodio ipomaniacale rappresenta una condizione caratterizzata da una modesta elevazione dell’umore, chiarezza e positività dei pensieri, incremento delle energie e dell’attività, in genere senza compromissione della funzionalità socio-lavorativa.

Scheda di approfondimento 2. Criteri diagnostici per l’episodio depressivo maggiore secondo il DSM-5  [Scarica il PDF: 22 Kb]

Scheda di approfondimento 3. Criteri diagnostici per l’episodio maniacale secondo il DSM-5 [Scarica il PDF: 24 Kb]

Scheda di approfondimento 4. Criteri diagnostici per l’episodio ipomaniacale secondo il DSM-5 [Scarica il PDF: 22 Kb]

DAGLI STATI MISTI AGLI EPISODI MANIACALI, IPOMANIACALI O DEPRESSIVI CON CARATTERISTICHE MISTE

Lo stato misto rappresenta un quadro clinico caratterizzato dalla contemporanea presenza, nello stesso soggetto e nello stesso periodo di tempo, di sintomi di entrambe le polarità della malattia maniaco depressiva.

Kraepelin fu senza dubbio il padre di questo concetto e, assieme al suo allievo Wilhelm Weygandt, descrisse nel 1899 sei tipologie di stati misti:

  • Mania depressiva o ansiosa
  • Depressione agitata o con eccitamento
  • Mania improduttiva (o povera di idee)
  • Stupor maniacale
  • Depressione con fuga delle idee
  • Mania inibita

Classificazione dei disturbi bipolari: diagnosi longitudinale

Il DSM-5 dedica un capito ai disturbi bipolare e ai disturbi correlati. Considera 6 forme di disturbi bipolare.
I diversi episodi dei disturbi bipolari e all’episodio nel suo decorso completo possono essere applicati:

  • specificatori psicopatologici (con disagio ansioso, con caratteristiche miste, con cicli rapidi, con caratteristiche melanconiche [applicabile agli episodi depressivi], con caratteristiche atipiche [applicabile agli episodi depressivi], con caratteristiche psicotiche, con catatonia, con insorgenza nel peripartum, con andamento stagionale);
  • specificatori di remissione (in parziale remissione, in piena remissione);
  • specificatori di gravità (lieve, moderato e grave).
DISTURBO BIPOLARE TIPO I

Alternanza ciclica di fasi depressive e maniacali o miste, o dalla presenza di ricorrenti episodi maniacali.

L’episodio maniacale è soggetto a ricadute depressive o maniacali nel 90% dei casi. Nei cosiddetti periodi di intervallo libero, in realtà circa il 0-30% dei soggetti tende a evidenziare labilità emotiva e sintomi residui dell’umore, e il 60% dei pazienti presenta difficoltà interpersonali o lavorative tra gli episodi acuti.

Nel sesso femminile le ricadute tendono a essere prevalentemente di tipo depressivo, nel sesso maschile la frequenza di ricaduta di episodi depressivi e maniacali in genere è equivalente.

DISTURBO BIPOLARE TIPO II

Caratterizzato dall’alternarsi, in maniera ciclica, di fasi depressive e ipomaniacali.

È più frequente un ritardo nella diagnosi dovuto alla minor gravità e al mancato riconoscimento dei sintomi ipomaniacali. Frequente presenza di disturbi psichiatrici in comorbilità, in particolare: il disturbo di panico, il disturbo ossessivo- compulsivo, i disturbi di personalità e l’abuso di alcol e sostanze.

DISTURBO CICLOTIMICO

Alterazione cronica dell’umore, presente consecutivamente per almeno due anni. Pazienti definiti “lunatici, incoerenti, imprevedibili e inaffidabili”.

DISTURBO BIPOLARE E DISTURBI CORRELATI INDOTTI DA SOSTANZE/FARMACI

Persistente alterazione dell’umore che predomina il quadro clinico ed è caratterizzato da umore espanso, elevato o irritabile o marcata diminuzione dell’interesse e del piacere in tutte, o quasi, le attività.

DISTURBO BIPOLARE E DISTURBI CORRELATI DOVUTI A DIVERSA CONDIZIONE MEDICA

Importante e persistente periodo di umore irritabile e un abnorme aumento dell’attività o dell’energia che predomina il quadro clinico.

DISTURBO BIPOLARE E DISTURBI CORRELATI NON SPECIFICATI

Le presentazioni cliniche in cui i sintomi caratteristici di un disturbo bipolare predominano senza, tuttavia, soddisfare appieno i criteri diagnostici per nessuna delle altre classi diagnostiche.

Il ciclo maniaco-depressivo

In uno studio (1980), che ha coinvolto 294 pazienti bipolari, sulle cause dei cicli maniaco-depressivi e sui cambiamenti causati dai trattamenti farmacologici, Koupoulos et al. hanno ritrovato le seguenti caratteristiche:

  • Decorso mania – depressione – intervallo libero (MDI).
  • Decorso depressione – mania- intervallo libero (DMI).
  • Decorso con irregolare sequenza del ciclo (IRR).
  • Decorso circolare continuo (CC).

I temperamenti affettivi

Il profilo temperamentale rispecchia l’abituale livello di energia e del tono dell’umore, si manifesta generalmente fin dall’infanzia e condiziona le esperienze relazionali precoci e le modalità di rapporto con l’ambiente esterno.

  • TEMPERAMENTO CICLOTIMICO: continue oscillazioni dell’umore e dell’energia che, pur non assumendo caratteristiche di malattia, influenzano la vita del soggetto.
  • TEMPERAMENTO IPERTIMICO:presenza di umore ed energie stabilmente elevati, ottimismo e sicurezza di sé, entusiasmo e determinazione.
  • TEMPERAMENTO DEPRESSIVO: umore costantemente triste e un basso livello di energia: sono individui descritti come malinconici, pessimisti e di cattivo umore.
  • TEMPERAMENTO IRRITABILE: alto livello di energia che si accompagna a un umore solitamente disforico e irritabile.

Diagnosi differenziale

I disturbi bipolari pongono importanti problemi di diagnosi differenziale con diverse condizioni cliniche.

  • MANIA- IPOMANIA: assenza nell’ipomania di sintomi psicotici, minore gravità sintomatologica, non significativa riduzione delle funzioni sociali e lavorative dell’individuo.
  • SCHIZOFRENIA: elevazione del tono dell’umore, famigliarità per disturbi affettivi e minore presenza di sintomi negativi, caratteristici della schizofrenia.
  • DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’: periodi di alterazione del tono dell’umore nel senso di umore labile e irritabile.
  • DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE CON IPERATTIVITA’: esordio prima dei sette anni, decorso cronico, assenza di intervalli liberi, assenza di manifestazioni psicotiche e di umore euforico.
  • DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA EPISODIO CON CARATTERISTICHE MISTE E MANIA O DEPRESSIONE: forse l’aspetto più complesso nell’inquadramento della patologia bipolare.
  • DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA EPISODIO MISTO E DECORSO A RAPIDI CICLI: nell’episodio misto i sintomi depressivi e maniacali non si alternano rapidamente come nel decorso a rapidi cicli, ma sono contemporaneamente presenti.
  • DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA EPISODIO MISTO E DISTURI DELLO SPETTRO SCHIZOFRENICO: osservazione longitudinale, familiarità e forte componente affettiva presente negli stati misti, assenza di appiattimento e distacco emotivo caratteristici dello spettro schizofrenico.

Comorbilità

I disturbi psichiatrici che più frequentemente possono trovarsi associati al disturbo bipolare sono rappresentati dall’abuso e dipendenza da alcol e da droghe. Le frequenze dell’abuso e della dipendenza da alcol variano dal 3 al 13% nella popolazione generale; nei pazienti affetti da disturbo bipolare, le prevalenze nel corso della vita di abuso di alcol raggiungono percentuali maggiori del 30% (Regier et al., 1990). In questo stesso studio, le frequenze nel corso della vita di dipendenza da sostanze negli individui con disturbo bipolare di tipo I sono maggiori del 25%, e quelle di qualsiasi abuso o dipendenza da sostanze sono maggiori del 60%.

L’associazione tra disturbi dell’umore e abuso di alcol o sostanze psicoattive è stata da tempo notata, ma gli eventuali nessi di causalità e la loro successione temporale non sono stati tuttora chiariti.

Anche i disturbi d’ansia lifetime sono stati riportati in ben 44% degli individui con disturbo bipolare, soprattutto il disturbo di panico e il disturbo ossessivo -compulsivo (McElroy et al., 2001).

Approccio terapeutico

Le terapie farmacologiche sono indispensabili nel trattamento dei pazienti con disturbo bipolare. La gestione terapeutica prevede la capacità di gestire la terapia delle acuzie, seguendo un’ottica di tipo dimensionale, per arrivare ad una gestione della malattia nel lungo termine.

Obiettivi terapeutici primari nel trattamento del disturbo bipolare sono:

  • Trattamento “tattico” della sindrome “eccitamento – agitazione psicomotoria”. La sindrome è il denominatore comune nella fase precoce delle tre condizioni di emergenza del disturbo bipolare: la crisi maniacale, la crisi mista e il rischio di suicidio. Le strategie per il controllo dell’agitazione nella fase precoce di acuzie sono la sedazione e il contenimento.
  • Trattamento “tattico – strategico” della “dimensione mania”. La terapia della “dimensione mania” è una fase successiva. La terapia di elezione dell’episodio maniacale è il litio.
  • Trattamento “tattico – strategico” della depressione acuta bipolare.
    Trattare l’episodio depressivo in corso di disturbo bipolare è uno degli aspetti più problematici della terapia di questo disturbo. Le attuali linee-guida farmacologiche tendono a evitare, almeno in prima battuta, l’uso degli antidepressivi per il rischio di sviluppo di un viraggio maniacale. Il trattamento ottimale sarebbe quello di istituire o di ottimizzare la terapia con stabilizzanti del tono dell’umore.
  • Trattamento “strategico” nel lungo termine che mira a prevenire la ricorrenza degli episodi maniacali e depressivi. Il litio e gli altri stabilizzanti del tono dell’umore sono i farmaci più spesso utilizzati nel lungo termine, in monoterapia o in associazione tra loro, e la scelta avviene in base alle caratteristiche psicopatologiche di un determinato paziente.

I farmaci utilizzati

I sali di litio restano presidio terapeutico di elezione e ancora oggi insostituibile nella terapia del disturbo bipolare, tra i farmaci utilizzati nel disturbo bipolare ci sono:

  • Sali di litio
  • Stabilizzanti del tono dell’umore
  • Antidepressivi
  • Antipsicotici
  • Benzodiazepine
PSICOEDUCAZIONE

Nonostante la crescente efficacia delle strategie farmacologiche attualmente disponibili, i disturbi affettivi bipolari continuano a rappresentare una fonte importante di morbilità e mortalità, con una grave compromissione della qualità di vita di coloro che ne sono affetti.

L’intervento psicoeducativo, lungi dal costituire un’alternativa al trattamento farmacologico, si propone come una strategia complementare ad esso, e diventa uno strumento imprescindibile nel trattamento e nella prevenzione della malattia bipolare. Il suo obiettivo deve essere la riduzione del numero degli episodi di entrambe le polarità e della loro gravità e, di conseguenza, la diminuzione del numero di ricoveri; il raggiungimento di tale risultato passa necessariamente attraverso “l’informazione” del paziente da parte del professionista della salute.